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C'è il rovescio ad azione unita, con gli arti superiori estesi, come lo gioca Nadal. E poi c'è quello ad azione multipla, che a sua volta si differenzia in due e che è quello di Djokovic. Vediamo che cosa cambia e come si riconoscono
di Gennaro Volturo | 21 ottobre 2019
Questa prima tipologia si caratterizza per l'utilizzo di entrambi gli arti superiori distesi nella fase di impatto. Tale meccanica esecutiva è propria di chi adotta una presa prossima alla eastern di rovescio nella mano inferiore, e una eastern di diritto nella mano superiore.
Rafael Nadal (strong continental grip nella mano inferiore) attualmente è uno dei pochi interpreti del cosiddetto “rovescio bimane ad azione unita” in cui gli arti superiori distribuiscono equamente le dominanze durante la fase di accelerazione con una biomeccanica molto simile a quella del rovescio a una mano.
Come svantaggio dobbiamo registrare eventuali difficoltà nell’applicazione della forza, dovute alla lunghezza delle leve prodotte a seguito dal movimento di estensione orizzontale degli arti superiori. Da qui lo scarso utilizzo di tale meccanica per quanto concerne il tennis femminile.
In passato Borg, Connors, Wilander, Agassi, Kafelnikov sono stati tra i migliori esecutori della suddetta tipologia di rovescio a due mani.
La seconda tipologia di rovescio bimane, definibile ad azione multipla, l'arto destro è flesso e l'arto sinistro è disteso nella fase di impatto. Per beneficiare al meglio di tale modalità è opportuno adottare una presa continental nella mano inferiore (vedi Djokovic e Murray) e una eastern di diritto nella mano superiore.
Ma soprattutto è fondamentale colpire la palla con una buona distanza laterale controllando i gradi di libertà di movimento del tronco, affinché il gomito dell’arto dominante (il sinistro per i destrimani) possa estendersi durante la fase di impatto garantendo la produzione di accelerazione lineare.
Tale biomeccanica è la più funzionale a favorire una combinazione tra velocità angolare e lineare ma richiede un elevato livello di coordinazione affinché gli arti superiori in pochi millisecondi possano differenziare le azioni di flessione orizzontale (arto non dominante) ed estensione orizzontale (arto dominante)