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Se vi capita di provarla durante un match non bisogna preoccuparsi: si può provare a viverla come una potenzialità. È importante cercare di non pensarci, non darle importanza e imparare una semplice tecnica di respirazione che aiuta a scacciare la tensione
di Umberto Longoni | 29 novembre 2019
Se vi capita di provare ansia prima o anche durante un match, non preoccupatevi, perché non è un limite, un handicap o un difetto: va vissuta come una potenzialità.
L’ansia infatti è una normale risposta all’organismo e della mente che si preparano simbolicamente alla lotta. Senza alcuna emozione fisica e psicologica, correreste il rischio di affrontare la partita privi della necessaria tensione agonistica.
Tuttavia l’ansia ha una brutta caratteristica: più ci pensate, più la notate, più cresce. Si potrebbe dire che ci sia qualcuno molto bravo nel fabbricare ansia e talvolta ne fabbrica troppa.
Allora, che cosa fare? Sarebbe opportuno utilizzare una tecnica di rilassamento (come ad esempio il training autogeno come fanno molti atleti) con cui allenarvi mentalmente con frequenza quotidiana e poi da impiegare nell’imminenza del match.
Comunque sarebbe importante imparare delle semplici respirazioni che stemperano l’ansia, da usare prima di entrare in campo e anche durante il match.
Ho chiamato questo tipo di respirazione, respiri del drago. Sono molto facili:
Quattro o cinque di queste respirazioni sono sufficienti. Invece tra un punto e l’altro potete farne una o due: servono anche a regolare il ritmo respiratorio, se è affannato, e a prepararvi mentalmente al punto successivo.
Comunque è molto importante anche che cosa e come pensare:
In sostanza, ricapitolando: