Chiudi
Sappiamo che chi ha il servizio ha un certo tempo a disposizione prima di riprendere il gioco per non incappare in sanzioni. Ma chi sta in risposta, tra un punto e l'altro, deve sempre adeguarsi al ritmo del battitore?
11 marzo 2020
Secondo quello che troviamo indicato sulle carte federali, che di fatto è la stessa indicazione delle regole di tennis in tutto il mondo, tra un punto e l'altro possono passare fino a un massimo di 20 secondi (25 nel caso dei tornei ATP). Erroneamente molti credono che questo sia un diritto sia del battitore che del ricevitore, o che comunque sia un tempo che valga per entrambi: ma non è così!
L'indicazione massima temporale dei secondi fa riferimento più al servitore che al ricevitore: infatti viene stabilito che quest'ultimo dovrà adeguarsi al “giusto tempo” del servitore, che non per forza sarà di 20 o 25 secondi.
La parte più complessa, in effetti, è stabilire quale può essere considerato un giusto tempo. Non esiste una chiara definizione, perché ovviamente varierà in base sia al momento della partita, sia a seguito delle condizioni climatiche, nonché in base alla tipologia degli scambi che si stanno disputando.
Per intenderci: ci potrebbe essere sicuramente una differenza tra il tempo impiegato nel corso dei primi giochi del match, piuttosto che nel corso del terzo set dopo due ore di partita. Così come potrebbe fare differenza giocare a una temperatura di 20 gradi piuttosto che di 28 con alto tasso di umidità. Ancora: l'intervallo di tempo sarà certamente diverso dopo uno scambio durato 7 secondi rispetto a uno durato 50.