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Tecnica e stili di gioco

Oggi le volée sono sfuocate? Colpa del rovescio bimane

Nel 2000 tra i Top 20 c’erano 8 specialisti del serve & volley, oggi è rimasto solo Roger Federer. Non è sol colpa delle superfici, delle palline e delle attrezzature: è cambiato il focus su tecnica d’esecuzione e tattica. Una causa è la proliferazione di rovesci a due mani per via dello scarso utilizzo della mano non dominante

di | 07 agosto 2020

 

Roger Federer è l'unico tra i Top 20 attuali che può dirsi sempre a suo agio nei pressi della rete: vent'anni fa erano almeno 8

Siamo sempre portati a pensare che i processi di miglioramento siano lineari. Che, andando avanti, piano piano si migliora. Bella teoria. Ma non è sempre vera, almeno nel tennis.

Prendete le volée per esempio. Non vi pare che i giocatori fossero più “efficaci” con il loro gioco di volo nel 2000 rispetto al 2020? Proprio davanti ai nostri occhi si è perpetrato un declino del gioco di volo nello spazio di soli 20 anni. Più che altro è stata un’erosione, una lenta distruzione di un elemento fondamentale del nostro sport. 
Un esempio: gli uomini hanno fatto serve & volley nel 33% dei casi a Wimbledon 2002; nel 2018 quella percentuale è scesa addirittura a 7. Insomma, non una semplice erosione, un vero e proprio Grand Canyon. 

Tra i Top 20 del 2000 ce n’erano ben otto che ostentavano grande sicurezza nei pressi della rete e che non avevano paura a farsi avanti: erano Pete Sampras, Todd Martin, Richard Krajicek, Tim Henman, Greg Rusedski, Cedric Pioline, Patrick Rafter e Mark Philippoussis.

E oggi chi c’è su quella stessa lista? Ok, diamo per scontato Roger Federer… ma gli altri. La giuria è ancora in camera di consiglio in attesa di verdetto. Non voglio dire con questo che gli altri 19  Top 20 non siano capaci di giocare le volée, ma non sono certamente così a loro agio e in fiducia come quegli 8 di 20 anni fa.

Beh, tutto questo non si spiega soltanto con le modifiche alle superfici, alle palle, alle racchette… I due punti focali su cui mi voglio concentrare sono la tecnica e la tattica. 
Andare a rete era ancora una strategia di gioco del tutto sensata all’inizio del nuovo millennio. Sia agli Junior che ai pro  veniva insegnato “come” colpire la palla al volo, si facevano sessioni apposite. Ora tutto questo è stato accantonato: i diritti di potenza e i rovesci a tutto braccio hanno spinto le volée sul lato della strada. 

Prendete 10 grandi volleatori come Pat Cash, Stefan Edberg, Martina Navritilova, Pete Sampras, Tim Henman, Jana Novotna, Boris Becker, Roger Federer, Tony Roche e Rod Laver. Che cos’hanno in comune? Il rovescio, tutti a una sola mano. Caratteristica che aiuta a giocare meglio a rete perché la mano sinistra è molto più attiva e coinvolta nel gioco da fondocampo. Il che è esattamente quello che serve per giocare bene anche a rete. 

Avete mai pensato a che cosa fa la mano sinistra che agisce sul cuore della racchetta? Ve lo dico io.

  • permette di aggiustare al meglio la presa continental (l’aggiustamento della presa è facilitato dalla mano opposta a quella che effettivamente impugna il manico)
  • aiuta a spostare la racchetta lontano dal corpo nella fase di preparazione del colpo
  • supporta il peso della racchetta tra un colpo e l’altro
  • aiuta a manovrare la racchetta.
  • una volta riportata sulla racchetta dopo il colpo aiuta a riallineare il grip della mano dominante
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