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Rafa Nadal ha parlato del futuro del gioco e della sua carriera in una conferenza presso la Escuela Universitaria a lui intitolata a Madrid
di Alessandro Mastroluca | 04 aprile 2025
"Gli atleti sono sempre più alti e si muovono meglio. Il servizio ha un impatto decisivo. Se non si limita questa potenza, arriverà qualcuno alto più di due metri e con buona mobilità e non si potrà competere contro di lui, non si riuscirà a fare un break". Questo il futuro del tennis che intravede Rafa Nadal, anche alla luce dei successi di giocatori come il francese Giovanni Mpetshi Perricard. Il maiorchino ha espresso questa sua visione nel corso di una conferenza presso la Escuela Universitaria a lui intitolatata alla Universidad Alfonso X el Sabio (UAX Rafa Nadal), nel campus di Villanueva de la Cañada, a Madrid, sul tema “Prestazioni sportive e salute”.
Nadal ha parlato agli studenti delle lauree in Attività fisica e Scienze dello sport, Fisioterapia e Nutrizione umana e Dietetica e spiegato che comunque quel cambiamento che teme di vedere non è ancora arrivato. "Djokovic ha giocato una finale due giorni fa, io ho continuato a competere fino a un anno e mezzo fa. Questo mi porta a pensare che il cambiamento non sia stato ancora così brusco, perché abbiamo continuato ad avere possibilità di successo" ha detto.
La carriera di Rafa
Eppure nel 2005, quando gli è stata diagnosticata la Sindrome di Müller-Weiss al piede sinistro, una carriera di successo sembrava impossibile per Nadal. "Vari medici mi dissero che non avrei più giocato. Avevo 19 anni ma alla fine si trovò una soluzione. Deviare il punto d’appoggio con una soletta di 7 millimetri e una scarpa speciale. E funzionò. Anche se questo ha creato conseguenze negative in tuttov il resto del corpo" ha ammesso.
Nadal, il tennista più titolato sulla terra rossa, ha avuto modo anche di ripercorrere anche i suoi grandi successi: i 22 trionfi Slam, di cui 14 al Roland Garros, i 36 Masters 1000, i due ori olimpici (in singolare a Pechino 2008 e in doppio a Rio 2016), i cinque trionfi in Coppa Davis. Tra le partite speciali della sua carriera ha chiaramente un posto d'onore la finale a Wimbledon 2008, il suo primo successo sull'erba contro Roger Federer. "È stata una delle partite più difficili da gestire della mia carriera, per ciò che significava in quel momento. Era la terza finale a Wimbledon, dopo aver perso nel 2006 e 2007 contro di lui. Batterlo mi ha dato una spinta in più, mi ha fatto capire che potevo vincere grandi tornei anche fuori dalla terra battuta".
La sua capacità di ribaltare le aspettative è emersa in tutta evidenza anche nella finale dell'Australian Open 2022, che ha vinto recuperando due set di svantaggio contro Daniil Medvedev. L'incontro è durato cinque ore e 24 minuti ed è finito all'1:11 del mattino, ora di Melbourne.
"Pensavo che avrei perso, ma era molto importante non lasciarmi andare. Ho sempre avuto una buona capacità di autocontrollo, non sono mai stato un tennista frustrato in campo - ha raccontato Nadal -. Accettare le situazioni ti permette di trovare soluzioni nel gioco. Se hai chances di vincere, anche se sono molto poche, vale la pena lottare: è sempre stato questo il mio punto di vista".
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