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Era una delle più accreditate delle sette wild card yankees. La doppia "J" sta per Jeffrey John, ha 21 anni, è di Cincinnati e sta scrivendo la sua storia tennistica quest’anno...
di Vincenzo Martucci | 05 settembre 2020
Servizio potente, dritto violento e capelli che spiccano sotto la bandana, JJ colpisce soprattutto per la sua prorompente fisicità. Del resto, fino ai 16 anni ha giocato un po’ a tutto, baseball, basket, calcio e tennis, prima di scegliere la racchetta, ringraziando per la sua esplosività e velocità d’esecuzione sul rettangolo creato dal diavolo proprio le tante passioni: “Il basket mi è servito tanto per la rapidità negli spostamenti laterali e l’abilità nel saltare, il baseball mi è stato utile per mantenere sempre vivo il braccio e una grande rotazione dell’anca, e quindi aiutare colpi da fondo e servizio”.
La forza in se stesso ha aggiunto il pepe indispensabile per qualsiasi risultato, lanciando il ragazzo verso le mete più alte. Come sta dimostrando agli Us Open dove ha superato Pella e Carballes Baena, proponendosi al test contro Daniil Medvedev, numero 3 del torneo e finalista dell’anno scorso a Flushing Meadows.
Appena un anno fa, Wolf ha deciso di lasciare dopo tre anni la Ohio State per passare professionista, forte del ruolino di marcia di 35 successi e 2 sconfitte, da numero 2 del mondo degli junior nazionali. “E’ stata una decisione difficile, adoravo star lì, ho passato dei momenti meravigliosi, mi sono fatto ottimi amici, facevo parte di una fantastica squadra: lasciare quella bella gente è stata la parte più difficile, ma non me ne pento”.
S’è fatto le ossa nei challenger aggiudicandosi Champaign, Illinois e Noumea, quindi a gennaio ha superato le qualificazioni agli Australian Open, ha ripreso coraggio vincendo a Columbus il quarto torneo di seconda categoria ATP Tour entrando per la prima volta nei primi 150 del mondo. Dopo di che s’è tuffato in una forzata full immersione tecnica e nutrizionista, col trio David Kass-Balazs Novak-Patrick Thompson, per migliorare anche il lato atletico del fisico da classico teenager americano che sgarra un po’ a tavola.
E, al rientro dopo il lock-down, ha dato soddisfazione a chi gli aveva concesso la wild card nelle qualificazioni di Cincinnati - emigrato quest’anno da casa sua nella “bolla” di New York -, è entrato nel suo primo tabellone principale ATP collezionando lo scalpo di un veterano come Richard Gasquet che invece era al numero 865. La vittoria che gli occorreva per acquisire nuova fiducia in vista dello Slam che più ama.
Parola di JJ Wolf, l’ultimo yankee strappato al baseball da papà Jeff che giocava a basket e ha tradito nonno Charles, il quale ha vestito la maglia di football di Notre Dame. Al secondo tabellone ATP, al primo Slam, la vivace wild card. “Gioco più come un atleta che come un tennis, non mi definirei un genio del tennis. Son cresciuto guardando le grandi battaglie fra Federer e Nadal, crescendo li ho ammirati ancora di più per la loro professionalità, cercando di imparare tutti i giorni un po’ di più anche a gestire la pressione e a farlo con costanza. Dopo aver sognato per tutta la vita di giocare un giorno agli US Open, eccomi anch’io qui. Con una voglia matta di battermi contro i più forti”.
Medvedev il guastafeste è pronto a fargli l’esame più duro.