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Padel

Il defaticamento: un alleato per recuperare più velocemente

Specialmente a livello amatoriale, nel padel il defaticamento è molto trascurato, ma si tratta di un grosso errore. Bastano una decina di minuti di “cooldown” fatti come si deve per garantire al proprio corpo un recupero più rapido, eliminando più rapidamente le tossine e riducendo i dolori del giorno dopo

di | 04 giugno 2021

Stando alla larga dall’agonismo sfrenato, dove si gioca soprattutto per vincere e gli atleti sono abituati a comportarsi da… atleti (non solo durante il match, ma anche prima e dopo), uno degli aspetti che più hanno aiutato l’esplosione del padel è la sua socialità. Pertanto, specialmente ora che arriva l’estate e l’antipatico coprifuoco va verso il pensionamento, a livello amatoriale capita spesso e volentieri che dopo una partita i giocatori si siedano in compagnia a far quattro chiacchiere sul match, magari anche davanti a una buona birra. Bene per lo spirito aggregativo, un po’ meno  per il proprio corpo, visto che non bisognerebbe mai trascurare l’importanza di un buon defaticamento, prezioso almeno quanto il riscaldamento pre-match.

Fra gli amatori sono in pochissimi a dedicare il giusto tempo al defaticamento, che invece dovrebbe diventare una prassi per tutti. La sua utilità è quella di aiutare l’atleta a ristabilire in maniera graduale i parametri fisiologici e psicofisici, alterati dall’intensità delle sollecitazioni dovute all’attività, e a rilassare i muscoli riportandoli al loro stato di allungamento iniziale. In parole povere, serve ad accompagnare il battito cardiaco e la temperatura corporea a livelli di riposo, evitando un arresto brusco che potrebbe anche avere conseguenze spiacevoli. Evitando che i muscoli si raffreddino troppo in fretta si ridurranno indolenzimenti e dolori, e soprattutto attraverso gli esercizi di defaticamento si favorisce l’eliminazione delle tossine dai muscoli, garantendosi al nostro corpo un recupero più rapido ed efficace.

La chiave è proprio questa: dopo un incontro impegnativo, magari perso per un soffio, è naturale aver solamente voglia di fare una doccia, rilassarsi e pensare ad altro, ma per il benessere del nostro corpo (e quindi anche della nostra mente) è controproducente. Perché saltare il defaticamento è quasi sempre sinonimo di dolori all’indomani, mentre se il “cooldown” è svolto nel modo corretto il recupero è notevolmente agevolato e le nostre prestazioni massime saranno disponibili in un tempo minore. Ecco spiegato come mai, fatta eccezione per l’eventualità in cui un giocatore abbia accusato dei traumi muscolari durante la partita (in quel caso meglio evitare, si potrebbe aggravare la lesione), il defaticamento dovrebbe essere parte di qualsiasi incontro di padel. Anche perché per un buon defaticamento non serve un’eternità: bastano dieci minuti fatti come si deve e il gioco è fatto.

 

Uno dei consigli che ogni buon preparatore atletico ci dà è quello di svolgere una corsetta lenta, perfetta per ridurre le pulsazioni, sciogliere i muscoli e iniziare lo smaltimento delle tossine accumulate durante la partita. Cinque minuti possono bastare, alternando le diverse tipologie di spostamento: corsa avanti, indietro, laterale, skip, calciata, ecc. Il tutto seguito possibilmente da un po’ di stretching per liberare la tensione generata dalle varie contrazioni muscolari necessarie per giocare a padel, fra piegamenti, allungamenti, spostamenti avanti e indietro, laterali e chi più ne ha più ne metta. Il consiglio degli esperti è di mantenere le posizioni di allungamento dei muscoli di gambe e braccia per una trentina di secondi.

Infine, dopo l’attività fisica è fondamentale prestare grande attenzione all’idratazione. Durante una partita di padel (così come avviene nel tennis) capita di bere molto, solitamente almeno un paio di sorsi a ogni cambio di campo, sia di acqua sia di bevande ricche di sali minerali. Ma guai a pensare che sia sufficiente. Bere tanta acqua è fondamentale per recuperare meglio e più in fretta, perché una giusta idratazione aiuta l’organismo a ristabilire il suo corretto equilibrio, specialmente dopo sforzi importanti. I professionisti arrivano a bere anche tre litri d’acqua, ma perché l’intensità dei loro sforzi è parecchio superiore rispetto a quella di un amatore qualsiasi, quindi consumano molto di più. Ma, anche se non è necessario raggiungere certi livelli di reidratazione, tutti dovrebbero imparare a bere molto dopo l’attività fisica.


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