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La grande storia degli US Open: gli anni '30, Budge e il primo Grande Slam

Terza puntata del viaggio per prepararci allo US Open 2024 su SuperTennis. Rivivremo tutta la storia del torneo, i suoi protagonisti, i momenti indimenticabili. Oggi ci concentriamo sugli anni '30, il primo Grande Slam di Don Budge e la fine dell'era di Helen Wills

di | 18 agosto 2024

Gli anni Trenta negli USA iniziano con 15 milioni di disoccupati, ovvero un quarto della forza lavoro nazionale, e un presidente come Herbert Hoover che non fa nulla per cambiare le cose. Gli anni Trenta dello US Open, nel torneo maschile, iniziano con l’ultima partecipazione del grande Bill Tilden, battuto dal futuro vincitore John Doeg.

 

Us Open maschile: il primo Grande Slam nella storia

Due anni dopo Franklin Delano Roosevelt, Democratico e governatore di New York, lancia la sua candidatura alla presidenza con l’obiettivo di mettere fine a questo “governo del non vedo, non sento, non faccio nulla”. Facilmente vince e lancia il New Deal a pochi mesi dal secondo successo consecutivo a New York di Ellsworth Vines.

Quelli sono gli anni dei grandi jazzisti che riempiono le sale da ballo come Benny Goodman, Fletcher Henderson, Count Basie e Duke Ellington. Dal 1933 non saranno più, invece, gli anni del Proibizionismo. Negli USA si può di nuovo bere e trasportare legalmente alcolici. C’è una novità anche nel mondo del tennis dal 1933: si comincia a parlare di Grande Slam.

L’australiano Jack Crawford, detto “Gentleman Jack” per la sua eleganza in campo, ha vinto gli Australian Championships, gli Internazionali di Francia (il Roland Garros) e Wimbledon: è stato il primo a conquistare tre titoli Slam in una singola stagione. Il 4 settembre di quell’anno, alla vigilia degli US National Championships, Crawford compare sulla copertina di Time Magazine. Crawford arriva fino alla finale. “Se dovesse vincere” scrive sul New York Times John Kieran, “sarebbe come completare un Grande Slam in campo”. L’espressione tipica del bridge entra nel vocabolario del tennis. Crawford si gioca il titolo contro Fred Perry che rimonta da sotto due set a uno e cede appena un game negli ultimi due set. Come si legge nel profilo a lui dedicato nel sito della International Hall of Fame, all’epoca si diceva che Crawford sorseggiasse brandy con aggiunta di zucchero durante le partite per combattere la sua asma.

Fred Perry completa la finale 6-3 11-13 4-6 6-0 6-1 e festeggia il suo primo major. L’anno successivo a New York Conquista il suo terzo major stagionale battendo in finale la star di casa Wilmer Allison 6-4 6-3 3-6 1-6 8-6: solo una sconfitta ai quarti al Roland Garros lo separa dal Grande Slam. Nel 1936 trionfa per la terza e ultima volta a New York su Don Budge che due anni dopo, primo nella storia, riuscirà a mettere in fila tutti i quattro trofei di maggior prestigio nel tennis mondiale.

Occhi e azzurri e capelli ondulati, servizio potente e rovescio esplosivo, all’inizio del 1938 parte per l’Australia nonostante l'amico Ellsworth Vines, tre volte vincitore Slam e considerato uno dei migliori giocatori della sua epoca, gli suggerisca di rinunciare. Conquista il primo major dominando in finale John Bromwich.

Inizia così un cammino trionfale. Nei quattro Slam, Budge perde complessivamente quattro set in tutto l'anno. Due glieli toglie il mancino Franjo Kukuljevic al terzo turno del Roland Garros.

A Parigi, nonostante più di un attacco di dissenteria, trionfa dopo un'altra finale a senso unico contro il ceco Roderich Menzel. Il violoncellista Pablo Casals suona per lui nel suo appartamento che affaccia sulla Tour Eiffel. Grande appassionato di musica jazz, Budge vince Wimbledon senza perdere un set e strapazzando in finale Bunny Austin. Guida gli USA al titolo in Coppa Davis e completa il suo grande trionfo a New York. I Nationals si chiudono, a causa di sei giorni di pioggia, il 24 settembre: non erano mai finiti così tardi prima, non finiranno così tardi dopo. Budge batte in finale l'amico Gene Mako 6-3 6-8 6-2 6-1.

“Si è chiuso il libro sul più grande successo mai registrato da un giocatore di lawn tennis in una singola stagione di competizioni nazionali e internazionali – scrive Allison Allison Danzig sul New York Times -. J. Donald Budge da Oakland, California, è emerso come il primo nella storia a conquistare tutti i quattro principali tornei in calendario nello stesso anno. Il trionfo di questo gigante di 23 anni dai capelli rossi ha completato una campagna senza precedenti in tre continenti[...] per un Grande Slam che scatena paragoni con i successi nel golf di Bobby Jones”. Ovvero l'unico golfista capace (nel 1930) di vincere tutti i Major: allora si trattava dell'Open Championship, del British Amateur, dello US Open e dello US Amateur. Jones avrebbe poi fondato l'Augusta National World Club e cofondato il suo famoso Masters.

Nel 1939, Budge passa professionista. A New York trionfa Bobby Riggs, primo campione a vincere in pantaloni corti. La Seconda guerra mondiale, che non ferma gli U.S. National Championships. Sono comunque edizioni in tono minore, con meno giocatori al via per evidenti e comprensibili motivi. Le vincono Don McNeill (1940), Bobby Riggs (1941), Ted Schroeder (1942), Joseph R. Hunt (1943), Frank Parker (1944 e 1945).

Donald Budge, uno dei più forti di sempre

Us Open femminile, da Helen Wills alla sorpresa Lizana

Nel torneo femminile, il decennio inizia come era finito il precedente, nel segno di Helen Wills che nel 1931, a 26 anni, raggiunge i sette titoli in carriera agli U.S. National Championships. Sembra destinata a superare le prestazioni della norvegese Mallory, ma nel 1932 salta il torneo, vinto da Helen Jacobs, e nel 1933 torna in finale, proprio contro Jacobs.

Sono entrambe californiane, hanno entrambe studiato a Berkeley, si sono allenate al Berkeley Tennis Club. Per un periodo la famiglia Jacobs ha vissuto in una casa dove aveva abitato Wills con i genitori. Ma in campo sono molto diverse: Jacobs è più estroversa, Wills ha un soprannome che dice tutto, “Little Miss Poker Face”. Prima della finale dei Nationals del 1933, Wills non ha mai perso negli scontri diretti. Ma al Roland Garros quell'anno ha ricevuto una lezione di tattica da Suzanne Lenglen, che si è allenata per ore con Jacobs a Parigi e le consiglia di non sfidarla da fondo, ma di chiamarla a rete per poi passarla con colpi stretti e angolati. Jacobs applica il piano e vince il primo set 8-6, Wills vince il secondo 6-3. Nel terzo Jacobs va avanti 3-0 ma quando si prepara a servire vede Wills andare verso rete per stringere la mano all'arbitro. “La gamba non mi sta dando pace, non posso continuare” dice. E' la sua unica sconfitta in undici scontri diretti. È la sua ultima partita agli U.S. Championships.

Jacobs invece trionfa ancora, nel 1934 e 1935, sempre in finale contro Sarah Palfrey, sconfitta nella sfida per il titolo anche nel 1936, stavolta da Alice Marble. “Alice era il ritratto dell'atletismo – ha detto Billie Jean King al New York Times -. E' ricordata come una delle più grandi giocatrici nella storia del gioco per il suo stile pionieristico di power tennis”. Protagonista di una vita attiva e varia, si è raccontata come spia e ha avuto un ruolo attivo nella creazione di Wonder Woman durante il suo breve periodo di consigliere nel board della DC Comics.

L'anno successivo, nel 1937, la finale ai National Championships stupisce tutti: è infatti la prima senza giocatrici di casa in campo. La vince la cilena Anita Lizana, prima sudamericana a vincere uno Slam, sulla polacca Jadwiga Jedrzejowska. Lizana è ricordata per il suo gioco vario ed elegante, da ballerina, accostato all'epoca a quello della Divina Suzanne Lenglen. Ma la sua carriera si sarebbe di fatto chiusa dieci mesi dopo con il suo matrimonio.

Dal 1938 riprende il dominio di Marble, che infila tre successi consecutivi. Le altre edizioni disputate durante la seconda guerra mondiale hanno visto la vittoria di Sarah Palfrey nel 1941 e nel 1945, e di Pauline Betz nel 1942, 1943 e 1944.

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