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US Open su SuperTennis, la grande storia/5: il primo Slam di Laver e i grandi australiani

Continua il nostro viaggio per riscoprire storie e personaggi dello US Open, ultimo Slam della stagione trasmesso su SuperTennis a partire dalle qualificazioni, in chiaro e gratis

di | 20 agosto 2024

"L’Australia è in gran parte vuota e lontana, tanto lontana" ha scritto Bill Bryson, l'autore di "Breve storia di (quasi) tutto)". "E’ un paese stabile, pacifico e buono. [Ma è anche] un posto dove si trovano più creature letali che in qualunque altra parte del mondo. I dieci serpenti più velenosi del mondo sono tutti australiani. Cinque delle sue creature – ragno dei cunicoli, medusa a scatola, blue-ringed octcpus, zecca ixodet bolocydus, pesce pietra – sono le più letali del loro tipo nel mondo". Da qui arrivano i campioni che hanno dominato la scena agli US National Championships nell'ultimo decennio prima che diventassero gli US Open.

Di fatto, fino alla rivoluzione del 1968, il successo di Tony Trabert del 1955 resta l'ultimo di un giocatore di casa in singolare maschile. L'anno successivo inizia la grande stagione degli australiani con il trionfo di Ken Rosewall che a New York giocherà quattro finali, l'ultima nel 1974. E' nato a Sydney, dove è nato e ha imparato a giocare sui campi in terra di un quartiere di lavoratori. Enzo Anderloni l'ha definito "un tennista-colibrì, alto un metro e 73 per soli 61 chili di peso forma. Il suo amico Hoad (e compagno di doppio in 7 titoli del Grande Slam), un metro e ottanta di potenza australiana, lo prendeva in giro chiamandolo “Muscles”, Muscoli. Quel soprannome gli rimase attaccato addosso e ha accompagnati i suoi mille trionfi conquistati con leggerezza, classe e pochissime parole". 

Nella finale del 1956, Rosewall batte proprio Hoad che in quella stagione aveva vinto Australian Championships, Roland Garros e Wimbledon, ma si ferma a un solo set dal Grande Slam. “L'erba a Forest Hills era più spugnosa, più irregolare rispetto a Wimbledon”, ha spiegato Roewall a Steve Flink in una lunga intervista per Tennis Channel. “Quel giorno c'era vento, e io stavo imparando a essere più aggressivo, a scendere di più a rete. Questo ha sorpreso Lew”, ha ammesso. Insieme, quell'anno, vincono il titolo in doppio. Rosewall festeggia anche il terzo titolo, nel doppio misto con Margaret Osborne duPont. 

Nell'anno successivo la finale vede opposti due nuovi australiani: vince Malcolm Anderson, primo non testa di serie nell'albo d'oro del torneo, su Ashley Cooper. Battuto in tre set dallo statunitense Mike Green un anno prima, Anderson arriva con la fama di erede designato negli Slam di Rosewall e Hoad che nel frattempo sono passati ai circuiti professionistici e non possono più giocare i major.

Il suo percorso resta da applausi. Batte in tre set negli ottavi la testa di serie numero 2 Dick Savitt, in semifinale la numero 3, Sven Davidson, che si arrende solo al quinto set, e in finale la numero 1 Cooper. La sfida per il titolo, commenta l'allora capitano USA di Coppa Davis Bill Talbert, "è stata la migliore esibizione di colpi da fondo dalla vittoria di Pancho Gonzales a Forest Hills nel 1949".

 

Ken Rosewall, eterno campione

Cooper si prende la rivincita nel 1958, poi Neale Fraser prosegue l'egemonia australiana nel 1959 e ancora nel 1960 in finale su Rod Laver. E' un anno particolare, a New York, il 1960. Il torneo è segnato dall'urgagano Donna che ritarda di sei giorni le finali, e dal furto di 40 mila dollari, l'incasso del primo weekend, da una cassaforte del West Side Tennis Club. Fraser vince anche il doppio misto con Osborne du Pont: è l'ultimo dei suoi 25 titoli complessivi, in tutte le specialità, a Flushing Meadows.

I migliori australiani di sempre

Laver si ferma di nuovo in finale nel 1961 contro Roy Emerson, che vince il primo dei suoi 12 Slam in singolare: resterà il campione più vincente nei major fino al 2000, quando Pete Sampras conquisterà il suo tredicesimo trofeo nei major.

Laver, figlio di un allevatore e macellaio dello stato di Victoria che si era fatto costruire un campo da tennis nel giardino di casa, deve aspettare un altro anno per trionfare a New York. Cambierà la storia. Rocket, azzeccatissimo soprannome che gli dato Harry Hopman, coach e mentore di generazioni di campioni australiani di cui curava anche allenamento e regime di alimentazione, completa nel 1962 la sua prima stagione perfetta. Trionfa in Australia e al Roland Garros su Emerson, a Wimbledon su Martin Mulligan che avrebbe giocato in Coppa Davis per l'Italia anni dopo.

A Flushing Meadows completa l'opera, di nuovo in finale su Emerson. È il primo a completare il Grande Slam dopo Budge. “Allora non potevi permetterti di rilassarti in campo, è vero” ha ammesso, “ma se giocavi davvero bene c'erano solo 30-40 giocatori che potevano batterti”. Diverso lo scenario nel 1969, la prima stagione Open completa. Dopo la grande impresa, dopo aver vinto la Davis con una delle nazionali più forti di sempre, Laver a fine 1962 diventa professionista, e il livello della competizione per lui sale. “Dovevo giocare ogni giorno contro i migliori del mondo, sapevo che dovevo migliorare il mio tennis” racconterà. “Capii che non avevo una buona seconda e che troppe volte le mie volée non erano abbastanza profonde”. 

Il 1962, primo anno in cui a Flushing Meadows si vedono tennisti dell'Unione Sovietica, il grande nemico degli USA negli anni della Guerra Fredda, ha visto l'esplosione sul circuito dell'australiana Margaret Smith, non ancora sposata con Barrymore Court, l’unico giocatore uomo o donna ad aver conquistato tutti i tre titoli (singolare, doppio e misto) in tutti i quattro major almeno due volte. Court, che ha vinto complessivamente 64 Slam, resta la prima australiana nell'albo d'oro degli US National Championships. 

Nel torneo maschile il messicano Rafael Osuna, primo latino-americano nell'albo d'oro, spezza l'egemonia australiana nel 1963, l'anno del secondo successo in singolare femminile di Maria Bueno. La brasiliana, campionessa nel 1959, e di nuovo nel 1964 e 1966, sarà la prima tennista a completare il Grande Slam in doppio.

L'Australia torna protagonista nel 1964 con Roy Emerson che batte il connazionale Fred Stolle, come già successo nelle finali degli Australian Championships e di Wimbledon. Due anni dopo Stolle, da non testa di serie, trionferà in un altro derby contro John Newcombe. E proprio il baffuto australiano chiude un'edizione a posteriori storica, quella del 1967, con il proprio nome nell'albo d'oro accanto a quello di Billie Jean Moffitt King. Sono gli ultimi vincitori degli  US National Championships. Dall'anno successivo li chiameremo US Open e saranno aperti a dilettanti e professionisti.

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