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Cultura e costume

Appuntamento col Diavolo, Tie-Movie celebra "Match Point"

Quarta puntata del nuovo format di SuperTennis dedicata al capolavoro di Woody Allen, dove il tennis diventa metafora esistenziale e il finale di partita non sempre coincide con il pronostico della vigilia

di | 21 marzo 2025

Woody Allen, Scarlett Johansson e Jonathan Rhys-Meyers (Getty)

Woody Allen, Scarlett Johansson e Jonathan Rhys-Meyers (Getty)

Caso e necessità, talento e fortuna, colpa e castigo. Forze invisibili sospese a fil di rete che decretano le sorti di una partita. E delle nostre vite. Woody Allen lo sa bene. E dopo averci fatto a lungo sorridere amaramente sulla tragicità che permea le nostre esistenze, vite che appena sbocciate subito devono fare i conti con la loro finitezza, eccolo sbarcare in Europa e affidare a una pellicola il senso più profondo delle sue riflessioni. Non più declinate tra tic e schizofrenie, cliché e battute fulminanti, ma rivestite ora di un peso più grave, plumbeo e grigio come il cielo della Londra in cui prende le mosse la sua storia.

E' "Match Point", film di cui si parlerà questo sabato su Tie Movie, il format dedicato al tennis e al cinema in onda ogni sabato alle 13.30 su SuperTennis Tv. Sport dell'eterno presente, in cui ogni 'quindici' è un bivio per provare a riscrivere il proprio futuro, il tennis si offre al regista newyorkese come la metafora perfetta da cui partire per chiarire il suo pensiero. Solo, nel cuore dell'arena e trafitto da mille pensieri, il tennista gioca la sua partita contro avversari ed eventi fuori dal suo controllo, cercando e inventando di volta in volta la soluzione che gli permetta di continuare ad alimentare la sua speranza nel domani. A sorreggerlo ottimismo e volontà, e con loro l'innata dote - tutta umana - di saper ricominciare e risollevarsi ogni qual volta veda il suo progetto sgretolarsi di fronte ai propri occhi.

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La vita, ed è questa l'intuizione del regista, funziona più o meno alla stessa maniera. E se gli stoici - "abstine et substine" - avevano provato a tracciare l'atteggiamento giusto per attraversarla lasciando a John Lennon il compito di ricordarci quanto peso abbia l'imprevisto nel corso degli eventi, Allen rilancia la riflessione scardinandola nell'unico punto in cui sembrava invece essere più salda: le regole del gioco. Vincere barando, vivere impuniti. Un misfatto che come un'ombra incomberà per il resto della nostra carriera e della nostra vita. Sbaragliati gli avversari e ottenuto ciò che volevamo, sul campo resta solo la nostra coscienza con cui ora e per sempre fare i conti. 

Ed è lì che comincia tutta un'altra partita. Perché è proprio allora che tutto sembra poter tornare finalmente in mano nostra. Noi i registi del nostro destino e delle nostre fortune, noi i custodi del nostro segreto. Sport da galantuomini, il tennis da tempo ha accolto la tecnologia come argine alle offerte che il Diavolo da sempre pone sui sentieri dei suoi interpreti. Lontano dal campo il Var - la legge - non è così infallibile, immagini e ricostruzioni si prestano a molteplici interpretazioni, e pensare di poterla far franca si può. Con arguzia e freddo calcolo. Calma e imperturbabilità. Senza perdere eleganza, compostezza e garbo nei gesti. Proprio come in una partita di tennis. Quando il Diavolo bussa alla nostra porta, meglio aprirgli con indosso il nostro abito migliore.   


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