Il Profilo
Figlio di due russi, Tessa (ebrea) e Viktor (cristiano ortodosso), che dopo essere emigrati in Israele - dove “Shapo” è nato - si sono trasferiti in Canada quando aveva appena 9 mesi. Denis ha preso per la prima volta in mano la racchetta a 5 anni spinto dalla madre, insegnante di tennis, che ancora oggi lo segue anche se insieme a Martin Laurendeau, già capitano del team canadese di Davis.
Mancino, dotato di un tennis scintillante, di un meraviglioso rovescio giocato ad una mano e di piedi estremamente mobili, adora giocare sull’erba ed è cresciuto nel mito di Roger Federer. Il servizio è vario ed efficace - anche se non sempre affidabile - ma è soprattutto il carattere, da autentico fighter a fare la differenza. Idolo dei giovanissimi, conquistati da quell’aria scanzonata sottolineata dal cappellino portato spesso con la visiera sulla nuca.
A Weston, negli Stati Uniti, nel gennaio del 2016 ha vinto il primo titolo ITF mentre in estate ha giocato a Washington, perdendo contro Lacko, il primo match nel circuito maggiore: già la settimana successiva però, al Masters 1000 di Toronto, si permetteva il lusso di battere Kyrgios, top-20, prima di cedere a Dimitrov. Ancora in Canada a Drummondville, nel marzo del 2017 ha firmato il suo primo trofeo challenger. Sia nel 2017 che nel 2018 si è qualificato per le Atp Next Gen Finals di Milano.