Il Profilo
Tennista per… noia? È quanto racconta la storia di Miomir Kecmanovic, il giovane serbo più accreditato a raccogliere la pesantissima eredità di mister Novak Djokovic. Già, perché il ventenne di Belgrado ha preso per la prima volta la racchetta in mano a sei anni, durante una vacanza in montagna con la famiglia. Non sapeva che fare, così i nonni l’hanno portato su un campo da tennis e da allora non ci è più uscito, iniziando a vincere e gettando in patria le basi per il futuro trasferimento alla IMG Academy di Bradenton.
È lì, nella mitica accademia del “guru” Nick Bollettieri, che il giovane serbo ha trascorso gli anni più importanti della formazione, costruendo quel tennis che a 17 anni gli avrebbe permesso di salire al comando della classifica mondiale juniores. Da lì ai piani alti della classifica ATP il passo è stato relativamente breve, con un paio di titoli Challenger fra 2017 e 2018 prima della crescita repentina del 2019. Prima i quarti a Indian Wells, poi le prime vittorie Slam, la finale ad Antalya e una decina di successi sul suo amato cemento americano, che l’hanno portato fra i primi 50 del mondo.
Il bello viene adesso, perché il suo tennis è attrezzato per portarlo ancora più su, ma a certi livelli vincere è più complicato e il peso di doversi spesso confrontare con uno come Djokovic non dev’essere per niente facile. “Poter contare sul suo appoggio è un privilegio”, ha detto lui, che sogna di poterne almeno in parte ripercorrere le orme. L’ambizione più grande? Un titolo a Wimbledon, proprio come sognava da bambino il suo più illustre connazionale, che poi all’All England Club ha trionfato ben cinque volte.