Il Profilo
Ha iniziato a giocare a tennis a 7 anni, seguendo le orme di papà Luca, buon giocatore a livello regionale. Il primo maestro che ne ha formato le basi tecniche è stato Raoul Pietrangeli, al Circolo Magistrati della Corte dei Conti. Nel 2009 Berrettini – cresciuto ammirando Roger Federer - si è trasferito al Circolo Canottieri Aniene, affidandosi all’ex Top 100 Vincenzo Santopadre, con cui nasce immediatamente una grande intesa e ancor oggi suo coach, insieme al tecnico federale Umberto Rianna.
A livello ITF under 18 ha raggiunto il numero 52 nel 2014, l’anno seguente ha centrato il primo titolo ITF, poi però ha dovuto fare i conti con un lungo stop per via di un infortunio al ginocchio, ma ha saputo lasciarselo alle spalle e farsi largo nel tennis che conta. Nel 2017, dopo un secondo titolo Futures indoor in Svizzera, ha rotto il ghiaccio a livello challenger a San Benedetto del Tronto, quindi il secondo acuto nel 2018 a Bergamo, prima del trionfo a Gstaad, mettendo in carniere il primo trofeo ATP (con un’indimenticabile doppietta singolare e doppio).
Classico tennista dallo schema servizio-diritto, Matteo abbina potenza dei colpi e forza mentale, e nel tempo ha migliorato il rovescio bimane (con la variante slice a una mano) e gli spostamenti, costruendosi un fisico pronto per l’alto livello. Lo ha dimostrato nell’esordio in Coppa Davis, sull’erba indiana a inizio 2019, poi ancora mettendo tutti in fila a Phoenix che è un challenger solo di nome e a Budapest dove ha conquistato il suo secondo titolo ATP.