Il Profilo
Per lo sport arabo è una vera e propria istituzione, ma la vera carriera di Ons Jabeur potrebbe essere solo all’inizio. Nel 2019 la tennista tunisina è stata nominata donna araba dell'anno (non solo a livello sportivo), mentre in avvio di 2020 a Melbourne è diventata la prima tennista araba a raggiungere i quarti in uno Slam e si è garantita un posto fra le prime 50 del mondo. Un degno premio all’impegno di una carriera che l’ha vista provare a emergere in ogni modo, peregrinando da una nazione all’altra.
Cercava uno staff che trovasse la chiave per permetterle di esprimere un potenziale enorme, figlio di un talento non comune che le ha regalato un tennis diverso, quasi unico nel Tour femminile, con una perfetta alternanza fra smorzate e accelerazioni, più slice e serve&volley, botte da fondocampo e colpi di fioretto, lo sport del marito Karin Kamoun, che le fa anche da preparatore atletico.
Dopo il titolo del 2011 al Roland Garros juniores la tennista nordafricana, che ha sempre ammirato Andy Roddick per il servizio e anche per il suo humor, sembrava destinata a una carriera di grande successo, invece avrebbe trovato la top-100 solo sei anni più tardi, e sin qui ha disputato una sola finale WTA, persa nel 2018 a Mosca. Ma a piccoli passi ha finalmente trovato la sua strada, alimentando il sogno di trionfare un giorno al Roland Garros, ma fra le grandi.