Il Profilo
È nata in Russia solo perché i genitori hanno scelto di rientrare nella loro madrepatria per farla nascere lì, ma è da sempre cresciuta in Florida ed è fiera di rappresentare gli Stati Uniti. Predestinata sin da ragazzina, quando a 7 anni giurava di poter rispondere al servizio di Roddick e prometteva un futuro da numero uno al mondo. Non ce l’ha ancora fatta, ma in avvio di 2020 ha dato una netta sterzata alla propria carriera, vincendo a sorpresa l’Australian Open e salendo fino al numero 7 del ranking, con buone chance di fare ancora meglio.
E pensare che nell'estate del 2017 era stata a un soffio dal mettere in pausa la carriera professionistica per entrare al college in Florida, visto che nella lista delle protagoniste del futuro del tennis a stelle e strisce il suo nome veniva dimenticato un po’ troppo spesso. Ma un buon risultato allo Us Open l’ha convinta ad andare avanti nel Tour e da lì in poi è cambiato tutto, grazie a un tennis che si è rafforzato di settimana in settimana. Non ha colpi devastanti, ma fa tutto benissimo, aiutata da una forza mentale piuttosto cara nel circuito WTA.
L’ha dimostrato nella finale di Melbourne che l’ha consacrata campionessa Slam: sotto di un set non ha più sbagliato, smontando il tennis della Muguruza mattone dopo mattone, fino a farla crollare. Quella di restare tranquilla quando le cose non vanno come dovrebbero è una sua grande qualità, nella vita come sul campo da tennis. Le ha permesso di tenere duro quando nel grande tennis sembrava esserci posto per tante connazionali e non per lei, e anche di vincere un sacco di partite. Come la finale di Melbourne, che promette di cambiarle la carriera.