Il Profilo
O si amava, o si odiava. Di fronte a uno come John McEnroe nessun appassionato di tennis riusciva a rimanere neutrale, perché quel ragazzino nato in Germania e cresciuto nel Queens aveva due cose fuori dal comune: un talento smisurato, e uno dei caratteri più difficili e scontrosi mai visti su un campo da tennis. Nel bene o nel male, in ogni suo incontro succedeva sempre qualcosa, indipendentemente dalla vittima: che fosse l’avversario sfinito a suon di attacchi e volée, o un giudice di sedia reo di qualche chiamata sbagliata.
Il suo primo titolo Slam è arrivato a vent’anni, allo Us Open del 1979, e da lì ne sono seguiti altri sei, tutti fra New York e Wimbledon, dove “Mac” è arrivato in finale per cinque anni consecutivi (1980-84), vincendo tre volte. Nel complesso la sua carriera da singolarista conta su 77 titoli, fra i quali anche tre edizioni del Masters, 875 vittorie e 170 settimane da numero uno del mondo (settimo all-time). Segno che dietro al “personaggio” capace di attirare sul tennis un’attenzione senza precedenti, c’era un campione vero.
McEnroe è anche ricordato come uno dei doppisti più forti di tutti i tempi, con un totale di 72 titoli ATP, fra i quali cinque Wimbledon, quattro Us Open e sette edizioni di fila del Master di fine stagione. Sommando i titoli in singolare e doppio, nessuno nella storia dell’ATP ha vinto quanto lui. La sua rivalità più famosa è quella con Bjorn Borg: malgrado sia durata solo pochi anni è rimasta nella storia, tanto da diventare un film nel 2017. Oggi McEnroe si diletta con gli eventi del Senior Tour e lavora in tv durante gli Slam, per Eurosport e BBC.