Il Profilo
Soltanto sei settimane, ma che pesano più di una carriera lunga una quindicina d’anni. Sono quelle trascorse da Thomas Muster in vetta alla classifica mondiale ATP, fra febbraio e aprile del 1996, l’anno successivo al suo unico trionfo Slam al Roland Garros, e anche l’anno di tre sei suoi otto titoli negli attuali Masters 1000: Monte Carlo, Roma ed Essen. Ai suoi tempi era considerato lui il Re della terra battuta, perché grazie a un tennis estremamente fisico e fatto di grande solidità sul rosso era difficilissimo da battere.
Sempre nel 1995 Muster ha stabilito il record di 12 titoli nell’arco di una sola stagione, poi eguagliato da Federer nel 2006, e ancora oggi vanta il miglior record in finale fra i giocatori ad averne disputate almeno 25: lui ne ha vinte 44 su 55 (l’80%). E pensare che la sua carriera sembrava distrutta nell’89, quando alla vigilia della finale a Miami venne investito da un uomo ubriaco. L’incidente gli costò la rottura dei legamenti del ginocchio sinistro, ma grazie a una determinazione enorme tipica di tutta la sua carriera, e anche a una speciale sedia che gli permetteva di allenarsi anche da seduto, Muster tornò nel Tour pochi mesi dopo, nel settembre dello stesso anno.
Quel titolo a Miami al quale dovette rinunciare nell’89 lo vinse nel 1997, otto anni più tardi, battendo Sergi Bruguera in finale. In carriera Muster è arrivato due volte in semifinale a Melbourne e tre volte ai quarti a New York, mentre a Wimbledon ha giocato solo quattro volte e ha sempre perso all’esordio. Nel 2010, all’età di 42 anni, ha provato a tornare nel Tour, raccogliendo varie wild card per tornei Challenger e ATP. È riuscito nell’intento di tornare nel ranking mondiale, ma in un totale di 25 tornei giocati fra 2010 e 2011 ha vinto solamente due incontri, decidendo così di dire basta definitivamente. Nel gennaio del 2020 è stato capitano dell’Austria nella nuova ATP Cup.